Le muse inquiete

Le muse inquiete, videoconferenza su Zoom, 18 novembre 2020

La chiusura prematura de Le muse inquiete, la mostra costruita dalla La Biennale di Venezia sugli avvenimenti salienti della sua storia, ha limitato a un periodo, "Dal fascismo alla democrazia. 1932-1948: sedici anni di storie e ministorie della Biennale" l'informativa proposta, ieri, dal nostro socio Carlo Montanaro in videoconferenza. Utilizzando il video da lui realizzato, con materiali dell'Istituto Luce e del suo Archivio, per Aperture straordinarie, in visione al Padiglione Venezia tra le molte iniziative organizzate da Giovanna Zabotti con Fondaco Venezia.
Focalizzando il racconto sugli anni della Repubblica di Salò, quando il cinema di Stato si trasferì proprio ai Giardini della Biennale, sia nel Padiglione Italia trasformato in teatro di posa (e in quello Belga col Cinefonico e in quello degli Stati Uniti con la falegnameria...), che nel Padiglione Venezia diventato la sede dell'Istituto Nazionale Luce: il Cinevillaggio contrapposto alla Scalera Film insediata alla Giudecca. E sul dopoguerra, quando il Palazzo del Cinema e il Casinò vennero utilizzati da supporto per le truppe alleate ospitando, tra l'altro, artisti del calibro di Frank Sinatra. E quando, nel 1947, la Mostra del Cinema visse una edizione straordinaria nello scenario notturno del cortile di Palazzo Ducale, preparandosi alla straordinaria ripresa della Biennale d'Arte con la XXIV edizione del 1948, per la quale Francesco Pasinetti realizzò ben due cortometraggi. Tutte microstorie più o meno conosciute ma forse non ancora storicizzate compiutamente. Un lavoro che l'Archivio Storico, nella prospettiva indicata dal nuovo Presidente Roberto Ciccuto di “laboratorio attivo 360 giorni all'anno”, potrebbe portare a compimento.