L'organizzazione della macchina della Giustizia nella Repubblica Veneta

Giustizia a Venezia

L'organizzazione della macchina della Giustizia nella Repubblica Veneta - Hotel Monaco & Grand Canal, Venezia, 31 gennaio 2023, ore 19.30

Come amministrava la giustizio la Serenissirna'? Una tematica storico-giuridica che affascina e suscita sempre grande interesse per la grandezza, intelligenza, saggezza con cui Venezia amministrava la giustizia. L'argomento è scalo trattato durante la conviviale del Rotary club di Venezia, presieduto da Pietro Mariutti. ''L'Organizzazione della macchina della Giustizia nella Repubblica Veneta. a cura di Renzo Fogliata, Avvocato in Venezia, penalista, presidente della Camera Penale Veneziana, cultore di Storia Veneta, che ha raccontato un periodo di millecento anni, dal 697 con l'elezione di Paoluccio Anafesto al 1797. "La Repubblica Veneta si è trovata in una collocazione particolare e l'ha saputa sfruttare”. ha spiegato Fogliata raccontando della realtà imprenditorialc mercantile e del suo sviluppo nei secoli. Le prime magistrature non avevano leggi scritte, magistrato supremo era il Doge che inizialmente aveva un grande potere dato dall'assemblea popolare; questa. in seguilo, fu sostituita dal Maggior Consiglio, che eleggeva il doge e tutte le magistrature della Repubblica. L'istituzione era composta da almeno un migliaio di membri. Furono create altre magistrature, tra le quali la Quarantia (1180) composta da 40 membri tratti dal Maggior Consiglio, che decideva tra l'altro le controversie giudiziarie, il “criminal": poi fu sdoppiata in una seconda Quarantia, detta "civil”, quest'ultima nel 1492 fu raddoppiata. I capi delle Quarantie si avvicendavano ogni otto mesi. Ampliandosi la potenza della Repubblica, fu istituito un altro organo, il Consiglio dei Pregadi che si riuniva su invito, ''pregadi", del doge, composto da 60 membri che duravano un anno e potevano essere rieletti: erano competenti su commercio, navigazione, politica. Tra le varie magistrature venete c'era il Procuratore di San Marco (metà sec.XI), dapprima un solo cittadino poi ne furono nominati sei, quindi nove, la "Procuratoria". La collegialità si esprimeva nella giustizia ed era una struttura molto complessa ammirata in tutto il mondo. "Il diritto veneto non applica il diritto romano, c'è la volontà di indipendenza, di crearsi una sovranità, interpretando il diritto attraverso la "consuetudine provata'', ha evidenziato il relatore, assimilando il diritto veneziano a quello inglese che non ha una costituzione scritta. Sottolineando l'importanza della professione, ha citato Goldoni che aveva dimostralo la deontologia dell’Avvocato veneziano" in una commedia teatrale; era avvocato Sebastiano Venier, doge, ammiraglio, comandante della flotta nella battaglia di Lepanto (1571): e awocato Marcantonio Bragadin. “Molto complesso il sistema di governo della Serenissima", un ordinamento equilibrato, attento allo sviluppo del commercio e dell'artigianato. alla ricerca della concordia civile nelle Scuole Grandi e nelle corporazioni. Ha concluso Mariutti citando Voltaire quando scrive nel Candide che la giustizia a Venezia vale come "l'acqua dei suoi pozzi". (M.T.Sec.)


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